Nutrizione in oncologia:
migliorare le performance grazie a una piattaforma digitale
Tra il 30 e il 50 per cento dei pazienti oncologici è malnutrito o a rischio malnutrizione. Un problema a lungo sottovalutato che ha un grave impatto: la scarsa attenzione alle alterazioni nutrizionali determina gravi conseguenze sulla qualità di vita, sulla capacità di aderire ai trattamenti con un impatto in termini di peggioramento della prognosi. È per venire incontro a questo problema che a marzo 2021 è stata lanciata la piattaforma digitale eNutracare, progetto ancora oggi in corso e realizzato grazie al coordinamento e alla gestione tecnologica di OPT.
Malnutrizione e outcome clinici
«Studi dimostrano che il paziente malnutrito ha complicanze più frequenti sia nel setting chirurgico che in quello medico», spiega Riccardo Caccialanza, Direttore UOC Dietetica e Nutrizione Clinica presso l’IRCCS “San Matteo” di Pavia, uno dei quattro istituti coinvolti sin dalla fase pilota del progetto insieme all’AUSL Romagna-Cesena, all’Ospedale Borgo Roma di Verona e all’ASP di Palermo. Ma non solo: «Le terapie oncologiche funzionano se il paziente è in uno stato nutrizionale adeguato», puntualizza Paolo Pedrazzoli, Direttore SC Oncologia sempre al “San Matteo”. «Altrimenti il rischio è quello di perderne l’efficacia e di un incremento degli effetti collaterali».
Un problema mai realmente affrontato
Nonostante questo, scarsa attenzione è stata tradizionalmente rivolta alla tematica: da un lato infatti le linee di indirizzo nazionali per la gestione nutrizionale del paziente oncologico variano da regione a regione, dall’altro sono pochi gli ospedali italiani dotati di un servizio o una struttura di nutrizione clinica. «È inoltre sempre mancata una consapevolezza da parte dei medici legata anche a una scarsità di evidenze scientifiche, che invece oggi esistono, circa il ruolo dell’alimentazione nel paziente oncologico», aggiunge Caccialanza. «A questo si unicorno le scarse risorse e la mancanza di integrazione tra gli specialisti». Ciò ha sempre reso difficile la predisposizione di sistemi monitoraggio atti a misurare le performance e a valorizzare le best practice.
Gli attori del progetto
Il progetto eNutracare, che si concretizza in una piattaforma digitale realizzata da OPT, si propone di superare il problema consentendo una comunicazione immediata e costante tra l’oncologo e il nutrizionista a vantaggio di una gestione puntuale del paziente. La prima fase del progetto ha visto la messa a punto della piattaforma, grazie all’apporto scientifico delle due figure professionali e con il supporto non condizionante di Viataris, Nutricia, Errekappa Euroterapici, Baxter, Abbott e Fresenius Kabi. La seconda fase, partita ad aprile 2022 e attiva attualmente su 11 strutture ospedaliere, è stata resa possibile grazie al supporto dell’associazione Alleanza Contro il Cancro e al coordinamento dell’Istituto “Mario Negri” di Milano.
Come funziona eNutracare
Tutto parte dal contatto del paziente con l’oncologo che, durante la visita, effettua uno screening nutrizionale e compila all’interno della piattaforma i dati relativi alla valutazione. Qualora necessario, il medico invia il paziente al nutrizionista che accede ai dati tramite la piattaforma e lo contatta per una visita, durante la quale aggiorna e completa la scheda nutrizionale e invia feedback all’oncologo. In questo modo, quest’ultimo è sempre aggiornato circa il percorso dietistico che il paziente sta seguendo.
Un vantaggio per il paziente e per il sistema
Accanto al benessere e ai migliori outcome clinici, il progetto ha chiaramente anche altri obiettivi: «Da un lato rende più facile la collaborazione tra oncologo e nutrizionista», spiega Pedrazzoli. eNutracare velocizza infatti i percorsi e facilita presa in carico e follow up. Tutto ciò rappresenta anche un risparmio per il sistema: «Evitarle la malnutrizione significa reinviare prima il paziente al proprio domicilio ed evitare nuovi ricoveri per complicanze», spiega Caccialanza. Non per ultimo la piattaforma rappresenta indirettamente una strategia per coinvolgere maggiormente il paziente nel suo percorso nutrizionale, incrementandone l’aderenza: «Tipicamente il paziente è l’anello debole», segnala Pedrazzoli: «la piattaforma può aiutarlo ad acquisire consapevolezza dell’importanza dell’alimentazione nel contesto oncologico».
Un ottimo bilancio
A più di due anni di distanza dall’avvio, i risultati sembrano dare ragione agli sforzi fatti: i dati di fase due hanno mostrato infatti una diminuzione del 91 per cento dei tempi di presa in carico da 6 mesi a 15 giorni, un incremento del 10 per cento degli score di qualità di vita sotto il profilo sia fisico che psichico e una media di incremento dei BMI dei pazienti trattati attorno all’8 per cento. È quindi evidente che il progetto può essere potenzialmente esteso: «L’ambizione è di portare eNutracare anche in altre realtà oncologiche», puntualizza Pedrazzoli. Ma non solo: potrebbe essere impiegato anche in altre specialità non oncologiche: «La malnutrizione è una complicanza molto importante nel peggioramento delle condizioni cliniche», conclude Caccialanza: «riguarda infatti anche i pazienti con patologie internistiche, gastrointestinali, neurologiche e gli anziani fragili».