Tumore prostata e vescica, la certificazione dei PDTA a Lecce

 

Il Registro tumori italiano, nella sua edizione 2020, ha stimato 25.492 nuove diagnosi di tumore alla vescica e 36.074 di tumore alla prostata. A tutti gli effetti ci troviamo davanti a due tra le forme neoplastiche maligne urogenitali più diffuse e, nel caso della prostata, al tumore più frequentemente diagnosticato in assoluto nei maschi. L’efficacia dell’intervento, di fronte a numeri così importanti, dipende anche e in larga parte dall’accessibilità di percorsi di diagnosi e cura adeguati.

Un lavoro di squadra

In questo senso è importante quindi il traguardo raggiunto dall’Ospedale “Vito Fazzi” di Lecce che ha recentemente ottenuto dall’ente di certificazione CSQA la certificazione di qualità ISO 9001:2015 per il PDTA dedicato al paziente con tumore alla prostata, alla vescica e trial clinici. La certificazione suggella un percorso di formazione sul campo, sviluppato con il supporto tecnico di OPT e con il contributo non condizionante di Ferring e Janssen, che ha visto la partecipazione dell’intero gruppo multidisciplinare uro-oncologico coordinato da Vincenzo Pagliarulo, direttore della UOC di Urologia, nella definizione dei percorsi di patologia e di attività di ricerca secondo le più recenti linee guida della letteratura scientifica e la normativa di settore.

Un’organizzazione complessa e la consulenza di OPT

«L’approccio metodologico ha permesso di declinare le linee guida nel contesto di riferimento secondo una logica risk based e di auditing in campo sui processi coinvolti», ha detto Gaia Navarra, consulente di OPT. Il percorso di certificazione di qualità ISO 9001:2015 impegna l’intera organizzazione a garantire l’appropriatezza dei percorsi e la presa in carico multidisciplinare attraverso un team di patologia dedicato e sinergico che settimanalmente definisce il percorso ottimale per ogni singolo paziente, dalla diagnosi al follow-up. Inoltre il team è impegnato nel garantire il mantenimento degli standard di qualità e l’aderenza puntuale a quanto previsto dalla rete oncologica regionale e alla normativa medico-legale attraverso l’implementazione e il monitoraggio di indicatori chiave di qualità e audit in campo sui processi coinvolti. «Come consulenti siamo orgogliosi di aver accompagnato l’intero gruppo uro-oncologico al conseguimento di questo meritato traguardo che rappresenta altresì un punto di partenza per innescare un ciclo virtuoso di miglioramento continuo della qualità delle prestazioni erogate», conclude Navarra.

Il paziente al centro

Grande soddisfazione da parte della stessa UOC: «Questo è un riconoscimento importante non a un singolo, ma a una squadra multidisciplinare», precisa Pagliarulo. «Il nostro è un modello che consente al paziente di poter essere preso per mano e seguito dal sospetto di malattia, attraverso la diagnosi e fino alla fine della cura da un gruppo di lavoro con garanzie certificate e che rispetta le linee guida nazionali e internazionali. È questa l’eccellenza».